Messaggio in bottiglia #3: Al Mukhaiam

"Casa, non so se dire casa
questa tenda come sospesa
tra la terra e il cielo" 
(Testo di Manuela Fioravanzo)

Difficile non commuoversi guardando questo video. Non solo perché sono bambini, e i bambini trasmettono dolcezza e gioia. Ma perché è qualcosa di profondamente toccante vedere che questi bambini sono capaci di giocare e sorridere e saltare e gioire in un luogo che dovrebbe essere casa ma che una casa non è. È qualcosa che infonde non solo gioia, ma speranza.




AL MUKHAIAM مخيم. Al Mukhaiam, il campo profughi. I campi sono costruiti su terreni privati, gestiti da produttori agricoli che mensilmente chiedono un affitto per l'occupazione del terreno. Sono costituiti da tende di nylon e legno, erette su colate di cemento. Chi può permettersi un affitto più alto, vive in garage abbandonati, oppure occupa case in costruzione. Baracche o stanze umide e grigie diventano le abitazioni degli sfollati siriani e alle volte anche dei libanesi più poveri. (Miniara, Akkar, Libano). / Fotografia di Luca Cilloni

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