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Dizionario dell'accoglienza #2: corridoi umanitari

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Un corridoio è, nella concezione comune, un passaggio lungo e stretto che permette di arrivare da una stanza a un'altra senza attraversare le stanze che stanno nel mezzo. Di solito nelle case conduce dalla zona notte alla zona giorno, da dove si dorme a dove si vive. È bello pensare così anche i corridoi umanitari: un passaggio per andare da un luogo dove la propria vita è forzata al sonno a un altro luogo dove si potrà ricominciare a vivere. Senza attraversare quei luoghi dove la vita viene minacciata da guerre, regimi, carcerazioni sommarie, trafficanti di vite umane e confini difficili da valicare, dove la vita diventa un filo così sottile che troppo facilmente può essere spezzato. I corridoi umanitari sono disgraziatamente tornati in cima alla cronaca di questi giorni. Sono stati chiesti e si è cercato di attuarli per mettere in salvo i civili ucraini dalle bombe e dai carriarmati. Oggi stesso (14 marzo) fonti ucraine comunicano che sono stati aperti dieci corridoi per mettere

Messaggio in bottiglia #4: per tutte le donne, a tutti gli uomini

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 Quanta differenza corre tra una donna italiana e una donna messicana? Tra una madre italiana e una siriana? Ce lo dicono con parole e gesti le ragazze e i ragazzi del centro diurno Geremia della Cooperativa Sociale Rò la Formichina. Questo messaggio in bottiglia è per le donne di tutto il mondo. Ma deve giungere anche (soprattutto?) a tutti gli uomini, perché un giorno – presto – le donne abbiano stessi diritti e opportunità degli uomini, in ogni nazione e ogni cultura, perché non ci siano differenze tra una donna italiana e una donna di un'altro Paese.

Santa Venerina abbraccia la pace

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Accogliendo l'invito di Papa Francesco per il primo giorno di quaresima, la comunità di Santa Venerina si è raccolta per pregare per la pace. Pace in Ucraina e pace in tutti i venti e più paesi in cui imperversano conflitti, come il Burkina Faso o l'Afghanistan, per citarne alcuni. O la Siria.  Promosso dalla Cooperativa Sociale Rò la Formichina e dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, l'incontro di preghiera si è svolto sul sagrato della chiesa del Sacro Cuore con la partecipazione dei parroci di Santa Venerina, del sindaco Salvatore Greco e di una rappresentanza di alunni delle scuole del territorio. Sventolavano tante bandierine preparate dai ragazzi e dalle ragazze del centro diurno della Comunità Papa Giovanni XXIII. Erano le bandiere dei Paesi attualmente in guerra e su ogni bandiera la richiesta di pace per quel Paese. Perché se oggi si parla della guerra in Ucraina non dobbiamo dimenticarci tutte le altre e non dobbiamo smettere di chiedere la pace per tutti. Due bandi

Da Operazione Colomba e dai profughi siriani un appello per la pace

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  Si parla già di centinaia di migliaia di sfollati in Ucraina e più di 50mila profughi che hanno attraversato le frontiere dei paesi confinanti. L'Italia si prepara all'accoglienza di chi sta scappando da una guerra folle e assurda come tutte le guerre. Da ogni parte nascono appelli alla pace, inviti alla preghiera, manifestazioni e presidi. Anche Operazione Colomba, che conosce le condizioni di chi è scappato dalla guerra, chiede la nostra adesione a questo grido unanime contro l'ennesimo conflitto armato che provocherà come sempre morte, malattie, povertà, distruzione, paura. La Comunità Papa Giovanni XXIII lancia un appello nato al confine nord del Libano dai volontari di Operazione Colomba, lì presenti dal 2013 al fianco degli sfollati siriani. E l'appello l'hanno scritto insieme ai siriani, a chi una guerra l'ha già vissuta sulla propria pelle. È un appello che non chiede solo una firma, ma un impegno di vita. Perché, dicono i volontari in Libano, «l a gue

Messaggio in bottiglia #3: Al Mukhaiam

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"Casa, non so se dire casa questa tenda come sospesa tra la terra e il cielo"  (Testo di Manuela Fioravanzo) Difficile non commuoversi guardando questo video. Non solo perché sono bambini, e i bambini trasmettono dolcezza e gioia. Ma perché è qualcosa di profondamente toccante vedere che questi bambini sono capaci di giocare e sorridere e saltare e gioire in un luogo che dovrebbe essere casa ma che una casa non è. È qualcosa che infonde non solo gioia, ma speranza. AL MUKHAIAM  مخيم . Al Mukhaiam, il campo profughi. I campi sono costruiti su terreni privati, gestiti da produttori agricoli che mensilmente chiedono un affitto per l'occupazione del terreno. Sono costituiti da tende di nylon e legno, erette su colate di cemento. Chi può permettersi un affitto più alto, vive in garage abbandonati, oppure occupa case in costruzione. Baracche o stanze umide e grigie diventano le abitazioni degli sfollati siriani e alle volte anche dei libanesi più poveri. (Miniara, Akkar, Libano

Dizionario dell'accoglienza #1: rifugiato

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Chi sono i rifugiati? "Oltre il muro" - Fotografia di Luca Cilloni Potrebbe succedere che si faccia confusione e si dia lo stesso significato alle parole "rifugiato" e "migrante". Ma il rifugiato e il migrante non sono la stessa cosa.  Lo status di rifugiato è stato riconosciuto a livello internazionale dalla Convenzione firmata a Ginevra nel 1951 da 144 stati, voluta dall'ONU per garantire protezione agli sfollati della Seconda Guerra Mondiale. In seguito, alla Convenzione sono stati affiancati altri strumenti (come il Protocollo del 1967 e il Global Compact) finalizzati al miglioramento delle garanzie per la protezione internazionale.  La Convenzione di Ginevra del 1951 definisce rifugiato colui che a seguito di avvenimenti verificatisi nel proprio Paese, " temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese,

Una copertina per Gesù Bambino

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Presepe presso la Chiesa del Sacro Cuore Simonetta aspetta un bimbo, nascerà a breve. Il corredino è pronto, mamma e papà non vedono l’ora di abbracciare il piccolo. La futura mamma ritaglia quadratini di dieci centimetri, appoggia sul grande pancione la stoffa e ritaglia con precisione…. serve un altro corredino. Anche Gesù bambino sta per nascere: il presepe in piazza del municipio a Santa Venerina aspetta una copertina per coprire il piccolo Gesù. E Simonetta ritaglia e ritaglia. Ha saputo, dai social, che quest’anno a Santa Venerina c’è una novità: quattro bimbi arriveranno con i corridoi umanitari e avranno bisogno di tutto. La locandina di “Un dono che accoglie” gira sui social e anche Simonetta, che vive a Messina, vuole partecipare. “Aiutaci anche tu a realizzare una copertina per Gesù bambino inviando un quadratino di stoffa….tanti quadratini cuciti insieme formeranno la copertina….simbolo di accoglienza per i quattro bimbi siriani. Se vuoi aggiungi un’offerta…” così cita la l